Il Dialetto Gallo-Italico
La presenza del Gallo-Italico a San Fratello rappresenta un fenomeno linguistico unico e affascinante, che affonda le sue radici nel passato storico e culturale della Sicilia e della penisola italiana. Questa lingua, riconosciuta dall'Unesco come patrimonio immateriale dell'umanità, costituisce un prezioso tesoro linguistico che ha resistito al passare dei secoli e alle influenze esterne, mantenendo intatta la sua autenticità e la sua originalità.
Dizionario del Prof. Benedetto Rotelli
Il Gallo-Italico, come suggerisce il nome stesso, è un dialetto che presenta una fusione di elementi linguistici gallici e italiani. La sua origine risale al periodo medievale, quando le popolazioni normanne e longobarde, provenienti rispettivamente dalla Francia settentrionale e dall'Italia settentrionale, si insediarono in Sicilia. Questi gruppi etnici portarono con sé le proprie tradizioni linguistiche e culturali, che si mescolarono con quelle delle popolazioni locali, dando origine a un nuovo idioma che rappresentava una sintesi tra il francese e l'italiano.
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Il nome stesso del paese, San Frareau (San Filadelfio) in gallo-italico, riflette questa ricca storia linguistica. Tuttavia, a causa dell'assonanza tra il termine "Frareau" e "Fratello" in italiano, il nome del paese è stato erroneamente tradotto in San Fratello nel corso del tempo. Questa discrepanza linguistica rappresenta solo una delle molte peculiarità del Gallo-Italico e della sua storia.
L'Unesco ha riconosciuto il Gallo-Italico come patrimonio immateriale dell'umanità non solo per la sua importanza storica, ma anche per il suo ruolo attuale nella preservazione della cultura e dell'identità locale a San Fratello. Nonostante le pressioni dell'omogeneizzazione linguistica e culturale, la comunità di San Fratello ha continuato a parlare e a tramandare il Gallo-Italico di generazione in generazione, preservandone la vitalità e l'autenticità.
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Il dialetto gallo-italico è diventato un elemento fondamentale dell'identità e della coesione sociale a San Fratello, distinguendo la comunità locale dalle altre regioni della Sicilia. Questa lingua viene utilizzata non solo come mezzo di comunicazione quotidiana, ma anche come strumento per esprimere la cultura, le tradizioni e i valori condivisi della comunità. Le feste, le celebrazioni e le manifestazioni culturali a San Fratello sono intrise del suono e del ritmo caratteristici del Gallo-Italico, che conferiscono loro un'atmosfera unica e distintiva.
Nonostante la sua condizione di minoranza linguistica, il Gallo-Italico continua a essere una parte vitale e vibrante della vita a San Fratello, testimoniando la forza e la resilienza di una comunità determinata a preservare le proprie radici e la propria identità culturale. La sua sopravvivenza è un tributo alla ricchezza e alla diversità del patrimonio linguistico e culturale dell'Italia e della Sicilia, e rappresenta un esempio ispiratore di come le tradizioni del passato possano vivere e prosperare nel mondo moderno.
Poesia in Dialetto
A mi figghja.
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Na arana accuscì gräna
nuoi ni l'avimu appruvea mei,
meanch u giuorn chi di la criesgia
niscimu mardei!
Quänn diessimu chi tu avissi anasciù
nta la famighja ni si arrasgiunea cchju:
li tî zzii ni dascien sach fer,
camisgini e dunzulì
shärpi e bavarì...
pi ni parder di li näni
sach ghji niscì di quodd mei
tenc massarozz, trapp assei!
E i nänu? Dasciuoma ster...
ogni causa era ban d'accater.
E li tî cusgini nin vulaiu savar
avii anescir chi ti vulaiu virar!
E ica cun ta pätri sach pulimu fer?
Ni m'arristea ch'apprigher
la Rrigina e u Bambinìan
ch'anascivi cun ban distìan
sampr nta la pesg e cu la salur
bedda adiegra e firtunära
cam avoss a essir ogni cchjatura.
E davveru la Rrigina m'airea,
anascist n sagramant e cina di buntea
ti docc la vita e m'arrubest u cuor
ma ni m'u figuräva ch'era accuscì cien d'amaur!
-Nicoletta Mangione
A mia figlia.
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Una gioia così grande,
noi non l'avevamo provata mai,
neanche il giorno che dalla chiesa
siamo usciti sposati!
Quando abbiamo annunciato la tua nascita
in famiglia non si ragionò più:
le tue zie non hanno lasciato cosa fare,
camicine e lenzuolini
copertine e bavette...
per non parlare delle nonne
cosa hanno fatto quelle mani
tanti capolavori, troppi!
E i nonni? Lasciamo stare...
Ogni cosa era da comprare.
E le tue cugine non sentivano ragioni
dovevi nascere perché ti volevano vedere!
E io con tuo padre cosa potevamo fare?
non ci restava che pregare
la Madonna e Gesù Bambino
che nascessi con un buon destino
sempre nella pace e in salute,
felice e fortunata
come dovrebbe essere ogni creatura.
E davvero la Madonna ci ha aiutate
è andato tutto bene e sei piena di bontà
ti ho dato la vita e mi hai rubato il cuore
ma non pensavo potesse contenere tanto amore!
-Nicoletta Mangione