La Chiesa dedicata a Santo patrono degli animali, situata alle pendici del centro storico cittadino di San Fratello, ha una storia ricca di significati e tradizioni radicate nella cultura locale. Originariamente, questa chiesa era destinata a essere un luogo di sepoltura per coloro che non avevano accesso a una tomba migliore, testimonianza della sua importanza nella comunità già nell'antichità.
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Nel corso dei secoli, la chiesa ha subito diverse trasformazioni e adattamenti. In passato, è stata persino utilizzata come teatro parrocchiale, prima di essere riqualificata e riadibita al culto negli anni '50 e '60. Di conseguenza, gran parte dell'originale decoro è andato perduto, ma rimane un quadro di notevole valore artistico risalente al periodo sette-ottocentesco, raffigurante San Antonio Abate. Una copia di questo quadro, realizzata dall'artista locale A. Manasseri, è attualmente presente nell'arredo ecclesiastico della chiesa.
La Chiesa di Santo patrono degli animali ha una particolare importanza per la comunità di San Fratello, soprattutto in occasione della festa del Santo il 17 gennaio, quando gli abitanti portano i loro animali per la tradizionale benedizione del bestiame. San Antonio Abate è invocato anche per guarire dal Fuoco di Sant'Antonio, noto anche come herpes zoster, in memoria dei tormenti e delle lotte affrontate dal Santo contro il demonio. Questo giorno di festa è anche conosciuto come "La Chiesa dei Poveri", evidenziando l'importanza della solidarietà e della condivisione all'interno della comunità.
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Oggi, la Chiesa custodisce parte del patrimonio artistico della Parrocchia di San Nicolò di Bari, dopo che la chiesa principale è stata distrutta dalla frana del 14 febbraio 2010. Essendo diventata una Chiesa Succursale della Parrocchia, continua a svolgere un ruolo centrale nella vita religiosa e culturale della comunità, mantenendo vive le tradizioni e la devozione verso il Santo patrono degli animali e protettore contro le malattie.